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L'economia verde crea lavoro

L'economia verde crea lavoro

Il verde non è solo il colore della speranza ma anche del respiro, pulito, della sostenibilità. Ora anche l’economia si tinge di verde assumendo il nome di “Green Economy”: un modello economico “volto al raggiungimento del benessere e dell’equità sociale, andando contemporaneamente a ridurre i rischi ambientali e la scarsità ecologica” (UNEP, 2011).

Sviluppare un modello di economia verde diventa sempre più fondamentale in quanto ci permette di prendere in considerazione non solo aspetti economici e ambientali ma, soprattutto, sociali. Affrontare seriamente i grandi problemi ambientali, infatti, potrebbe aiutare a dare una spinta non indifferente all’economia italiana ai tassi di occupazione.

Senza un’azione decisa contro il riscaldamento globale o altre gravi problematiche ambientali, la disoccupazione salirà in maniera preoccupante. L’ILO (International Labour Organization) stima che questa indifferenza sul “verde” potrebbe far perdere 72 milioni di posti di lavoro a tempo pieno in tutto il mondo entro il 2030.

La Commissione Europea, nel suo “Green Growth, Jobs And Social Impacts Fact Sheet” (dicembre 2020) ha calcolato che l’occupazione globale nelle energie rinnovabili ha portato a 11.5 milioni di posti di lavoro nel 2019, con il 32% di donne occupate. In particolare, all’energia idroelettrica dobbiamo 2 milioni di posti di lavoro e all’eolico 1.2 milioni. La Commissione aggiunge anche che se si dà concretezza all’obiettivo climatico di limitare il riscaldamento globale a 2°C rispetto ai livelli preindustriali, l’occupazione verde raggiungerà globalmente i 24 milioni di posti di lavoro entro il 2030 (di cui 6 milioni legati all’economia circolare), a fronte di 6 milioni persi in settori penalizzati dall’addio alle fonti fossili. Entro il 2050, la transizione verso un’economia verde a basse emissioni di carbonio può generare 60 milioni di nuovi posti di lavoro verdi a livello globale.

Focalizzandoci sulla situazione in Italia, secondo il rapporto GreenItaly di Symbola e Unioncamere, a fine 2020 il complesso degli occupati che svolgono una professione di green job era pari a 3,1 milioni, di cui 1 milione al Nord-Ovest (33,8% del totale nazionale), 740 mila nel Nord-Est (23,6%), 671 mila al Centro (21,4%) e le restanti 669 mila unità nel Mezzogiorno (21,3% del totale nazionale). “Possiamo constatare – si afferma nel rapporto – che la pandemia ha avuto un effetto asimmetrico sui diversi settori e comparti dell’economia: se molti hanno perso quote di reddito ed occupazione nel 2020, per altri c’è stata, invece, crescita o consolidamento. Il settore green rientra tra questi”. In termini relativi, gli occupati che svolgono una professione di green job nel 2020 sono stati il 13,7% del totale degli occupati.

Se il nostro Paese consolidasse una mentalità sempre più verde e prendesse scelte volte a contrastare definitivamente l’emergenza climatica, secondo uno studio di Greenpeace Italia del giugno 2020, potrebbero esserci 163mila nuovi occupati nel 2030.

Il mondo cambia e noi con lui. Gli abbiamo fatto del male e ora dobbiamo rimediare. Le sue ferite richiamano a nuovi consumi, nuovi modi di produrre, nuove tecnologie, nuove culture, il tutto traducibile con nuovi posti di lavoro e nuove possibilità di vita per noi e per lui.